20 ottobre 2017

L'omicidio di Yara Gambirasio e il processo a Massimo Bossetti

Parte Prima -  C'è un paesino dove crescono rabbie e malumori. La tensione è così alta che un gruppo di abitanti della zona ha deciso di organizzare una manifestazione. E' una manifestazione di protesta di cui si parlerà in tutte le radio e televisioni. Le piattaforme della rete sono già intasate. Giustizia ingiusta. Pagliacciata in toga. Vergogna. Sconvolgente inammissibile! Buffoni! E' innocente! liberatelo! Ma di chi parlano? parlano di Massimo Bossetti, muratore di Mapello condannato in secondo grado per l'omicidio di Yara Gambirasio. Le trecce nere, il tutù bianco, la calzamaglia, le stradine ordinate, neanche una carta per terra, i sacchi della spazzatura tutti dentro i cassonetti, l'apparecchio ai denti e la calzamaglia nera. Un mondo perfetto, mangiafuoco direbbe: una favola. Ma come in ogni favola che si rispetti ad un certo punto sulla scena arriva quando meno te lo aspetti il cattivo. E il cattivo di Brembate di sopra viene da molto vicino. è un uomo che gira in quelle stesse strade, butta l'immondizia negli stessi cassonetti, si ferma alla stessa edicola passa e ripassa davanti a quei cancelli una due tre quattro volte al giorno... Yara non lo vede ma lui c'è è lì che la guarda la osserva controlla i suoi spostamenti: Nella vita di Yara è entrato un mostro ma nessuno ancora lo sa. Il destino non è ancora pronto del tutto pronto a mutarsi:...li avvicinava, li allontanava, lui le avrà certamente tagliato la strada un giorno, lei si è scanzata con un salto...Vi furono segni, segnali, che importa se indecifrabili. Forse tre anni fa o lo scorso martedì una fogliolina volò via da una spalla a un'altra? Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto. Sembra una poesia... è una poesia! Mangiafuoco mi ha chiuso nei bassifondi delle notizie ma io adoro leggere le poesie di Wislawa Zibronska e ve ne leggerò ancora se avrete la pazienza di ascoltarmi puntata dopo puntata sarà la vostra mangiafuoco lirica...ora però torno al nostro racconto al nostro paese dove tutto è tranquillo carte per strada non ce ne sono, i cani stanno al quinzaglio il mostro si aggira industurbato.



Parte Seconda - Il punto di partenza, Vostro onore, è che Yara è stata uccisa da un uomo che ha lasciato la sua traccia sulle sue mutandine. Da qui non si scappa. Poteva scappare Yara, ne avesse avuto la forza, poteva scappare lui avesse avuto coscienza. Ma noi no. Sembre una scala a chiocciola di una casa di matti quando lo vedi disegnato sui libri il dna. In quella scala a chiocciola colorata c'è scritta tutta la nostra vita signor giudice anche la sua. E se ne trovo anche solo un brandello uno strapuntino che ha resistito lì al freddo e al gelo di Brembate d'inverno. Se lo trovo e lo porto a Pavia, la scienza lo inchioda. Chi lo ha lasciato lì non avrà scampo in vita e in morte. E' come una foto segnaletica, c'è scritto Wanted, ricercato. Ma non puoi farti crescere la barba o tagliarti i capelli, anzi devi stare attento a non lasciarli in giro i capelli neanche dal barbiere puoi andare. La polizia ricerca ignoto uno con pinzette e palloncini. Bossetti lo hanno inchiodato così, con un palloncino un finto test alcoolemico. In quei mesi nel bergamasco la polizia stradale ha avuto un bel daffare fermavano tutti. Sembrava scattata la caccia all'automobilista ubriaco e invece cercano un assassino. Al millesimo palloncino lo hanno trovato. Nella saliva di Massimo Giuseppe Bossetti c'era la scala a chiocciola di Ignoto 1. Da qui non si scappa.  

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