21 ottobre 2017

La scomparsa di Emanuela Orlandi e i misteri del Vaticano

Sono ben 4 le puntate che Mangiafuoco dedica al mistero della scomparsa di Emanuela Orlandi andando a scavare nei sotterranei del Vaticano in questi lunghi 35 anni - E' il pomeriggio del 22 giugno del 1983. A Roma, una ragazza sul ponte di Castel Sant'Angelo, attraversa il Tevere per andare a lezione di flauto. Sembra un pomeriggio come gli altri. Finita la lezione telefona a casa poi incontra due amiche. Alla fermata dell'autobus che sta per riportarle a casa loro salgono lei no: E’ troppo affollato prendo quello dopo. Ma dopo.... per Emanuela Orlandi c'è solo il vuoto. La ragazza di 15 anni, a casa oltre il Tevere, non è più tornata. E la storia, come l'autobus, si riempie di misteri. In quegli anni la lista dei misteri si allunga senza soluzione di continuità e in mezzo come un vaso di cristallo c'è anche Emanuela Orlandi . Nella vita di Emanuela sta succedendo qualcosa che per la prima volta rompe la routine di tutti i giorni oppure no sono tutte coincidenze e l'unica cosa a cui pensa Emanuela è quell'offerta di 350mila lire per promuovere i prodotti della Avon". 350 mila lire nel 1983 sono come 500 euro di oggi una tentazione troppo forte per una ragazza di 15 anni, con tanti desideri e pochissime possibilità di realizzarli. Emanuela si consiglia con le sue amiche tutte le dicono la stessa cosa, sono quasi le sette ed è ora di tornare a casa come tutte le sere ma a giugno a Roma c'è ancora luce, Emanuela fa salire le sue amiche sull'autobus sta per salire ma non sale. E' troppo affollato, si suda, c'è cattivo odore dall'altra parte della strada sta passando l'autobus che va verso piazza di Spagna la c'è l'atelier delle sorelle fontana.
C'è l'uomo con la valigetta dei cosmetici che l'aspetta. E' il richiamo di un profumo nuovo. In un attimo saluta le amiche: prendo l'autobus successivo e invece attraversa la strada e va dall'altra parte.

PrimaParte Seconda parte C’è eravamo lasciati così con la voce di Mario, il telefonista senza volto dà il via al mistero che vi stiamo raccontando....... Il mistero della scomparsa di Emanuela Orlandi.....I primi elementi del giallo arrivano in casa Orlandi con una telefonata, una delle tante telefonate di segnalazione ma questa ha qualcosa di particolare. A parlare è un ragazzo che dice di chiamarsi Pierluigi, lui e la sua fidanzatina avrebbero incontrato a campo dei fiori, non lontano dai luoghi della scomparsa, due ragazze, una molto simile ad Emanuela che diceva di chiamarsi Barbara. Il ragazzo chiamerà un'altra volta a casa Orlandi per fornire particolari che renderanno la sua testimonianza molto attendibile. Gli occhiali di Barbara, alias Emanuela; servivano per correggere l'astigmatismo a settembre avrebbe suonato il flauto al matrimonio della sorella. Era proprio così ma nessun giornale fino ad allora lo aveva scritto. Il 28 giugno fu la volta di Mario dice di essere il titolare di un bar nel centro di Roma, nei pressi di Piazza dell'Orologio, un altro luogo che ricade nel triangolo maledetto che ha inghiottito Emanuela. Anche Mario dice di aver visto due ragazze che vendevano cosmetici. Ma quando gli viene chiesta l'altezza della ragazza esita, come se non lo sapesse e dice: "bella altina" mentre in realtà la Orlandi era alta appena un metro e sessanta. E in sottofondo, si sente una seconda voce, che dice "No, de più". Questo è il contenuto dell'altra telefonata di Mario..... Terza Parte Il dato certo che non manca quasi mai è il quando. Quello di Emanuela è un mercoledì di fine giugno il 22. Quel giorno termina il viaggio di Giovanni Paolo II in Polonia. Un viaggio strategico nella Polonia sotto il controllo sovietico, un viaggio in cui probabilmente si scrivono le regole per arrivare al successo del 1989, la caduta del muro di Berlino. Ma quando torna il papa polacco ha dolore forte e immediato da gestire: allo Stato del Vaticano è stata sottratta una delle sue cittadine più giovani. Coincidenza? O minaccia? Una domanda alla quale forse solo lui - il papa che prepara la svolta - avrebbe potuto rispondere. Gli altri: magistrati, inquirenti, giornalisti mangiafuoco possono solo continuare a chiederselo. Insieme ai familiari che più di tutti non si danno pace. Ma nella nostra storia c'è un altro quando un'altra data da studiare. Il 7 maggio del 1983 il luogo è sempre Roma. Non quella papalina ma quella laica e popolare della breccia di porta pia là c'è un bar in via Volturno di proprietà della famiglia Gregori, in quella famiglia sta per abbattersi un dolore inconsolabile come quello della famiglia Orlandi. Ma ad unire Orlandi e Gregori forse non è solo la natura del dolore. Coincidenze, scherzi di un destino crudele o piani d'attacco ben studiati e ben riusciti per colpire un nemico che sa che quel colpo è diretto a lui ma non può dirlo? E' questa la domanda che dopo 35 anni aspetta ancora una risposta. Una risposta che qualcuno conosce. Ma si sa a volte le risposte come le verità sono indicibili. A volte sono indicibili troppo forti come certi amori o certi dolori. Quarta Parte La protagonista è una ragazzina di 15 anni che nel 1983 ha tutta la vita davanti, bella, simpatica, felice come lo siamo stati tutti a quell'età , in cui niente ti fa paura perché tutto ti deve ancora succedere. Nella sua vita non c'è un fidanzato consumato dalla gelosia, non c'è una rivale mangiata dall'invidia, non c'è rabbia in questa storia, non c'è disperazione e non c'è ossessione. Non c'è alcun sentimento fuori controllo. No. In questa storia tutto ma proprio tutto è sotto controllo. Un controllo strettissimo, mantenuto con lucidità e pazienza, e infatti, dopo 35 anni, per la verità non ci sono ancora spiragli. E l'unico sentimento che trova spazio in questa storia è il dolor di una famiglia che ha perso il suo frutto più bello e ancora non sa perché. O meglio di perché in questa storia ce ne sono fin troppi, l'ultimo sulla scrivania di Mangiafuoco è arrivato qualche settimana fa. Un documento noto da tempo, anche i familiari di Emanuela ne sapevano l'esistenza, ne avevano fatto richiesta al Vaticano invano ora lo leggono sui giornali....

Nessun commento: